Le aziende che improvvisamente hanno adottato un modello di smart working per il personale si trovano ad affrontare una doppia sfida:

1. Un rischio maggiore di violazioni dovute al passaggio da un ambiente di lavoro sicuro a una casa non protetta. Gli hacker stanno sfruttando tutti i punti deboli che riescono a trovare in un modello di lavoro da remoto.
2. Un rischio crescente di attacchi informatici causato da un picco nel numero degli attacchi durante la pandemia.

Anche prima della pandemia e del passaggio allo smart working, le piccole e medie imprese erano gli obiettivi preferiti dei criminali informatici. Chi ha intenti criminali sa che, a differenza delle grandi organizzazioni, le aziende più piccole spesso sono maggiormente vulnerabili agli attacchi, disponendo di risorse più limitate. Potrebbero non avere il tempo, il budget, le competenze o il personale IT per proteggersi adeguatamente dagli attacchi informatici.